29 Luglio 2022 - Ore 21:00
dall’opera di Svetlana Aleksievic, premio nobel 2015
con Mascia Musy
regia e ideazione scenica di Massimo Luconi
musiche Mirio Cosottini
In questo testo è condensato tutto il dramma, lo smarrimento e il senso di morte di un popolo, e nello stesso tempo la grande forza dell'amore fra due persone, di un uomo che era partito fra i primi volontari a riparare il reattore nucleare senza nessuna preparazione e protezione, e di una donna che continua ad amare, nella quotidianità di un’esistenza senza futuro, se non quella della sublimazione della morte attraverso l’amore. Preghiera per Cernobyl non parla solo della più grande tragedia nucleare, migliaia di volte più grande di Hiroshima e Nakasaki: è una narrazione di straordinaria forza emotiva che racconta con diverse inquadrature il dramma umano, sociale e politico del disastro ambientale e della fine del comunismo.
Una eccezionale storia epocale, con una materia densa dal punto di vista emotivo e di denuncia politica, in un mix fortemente teatrale che lascia senza fiato. Svetlana Aleksievic affronta la tragedia di Cernobyl e la disfatta del mondo comunista, restituendo con implacabile fedeltà le voci e i sentimenti delle persone che hanno toccato l’ignoto di un dramma che non ha eguali nella storia contemporanea.
“Non si vedeva la morte, non si toccava, non aveva odore. Mancavano persino le parole per raccontare della gente che aveva paura dell’acqua, della terra, dei fiori, degli alberi. Perché niente di simile era accaduto prima. Le cose erano le stesse, i fiori avevano la solita forma, il solito odore, eppure potevano uccidere.”
Svetlana Aleksievic
“Non appena ho letto Preghiera per Cernobyl ho pensato che anche il teatro poteva ma soprattutto doveva fare la sua parte, per far conoscere nel dettaglio questa terribile tragedia ambientale dalla quale abbiamo ancora molto da imparare, oggi più che mai, e per non dimenticare.”
Mascia Musy
“Un lavoro doloroso e intensissimo, bruciante nella descrizione apparentemente “oggettiva”, ma più che toccante, di un orribile dramma umano, ma anche del disfacimento irrimediabile di un mondo, di un ideale e di una nazione....”
“Per certi versi memorabile, di grande effetto e di alta qualità la prova di interprete della Musy, che dà voce in maniera non facile da dimenticare a questa disperata eroina tragica del nostro tempo: con uno stile asciutto ed efficace, che rifugge da qualsiasi inutile amplificazione, oltre che da ogni esteriorità.”
Francesco Tei, (Hystrio)
“Dall’opera letteraria è stata tratta un’intensa riduzione teatrale firmata da Massimo Luconi e Mascia Musy che è anche la struggente protagonista assoluta della messa in scena.”
Emilia Costantini, (Corriere della Sera)